PREMIO ALLA CARRIERA conferito a GIUSEPPE SERGI
Giuseppe Sergi nasce il 10 marzo 1926 a Molochio, da Giuseppe e Giovanna Cristarella, entrambi di Molochio, è il secondo di 11 figli.
Sin da piccolo alterna studio e lavoro frequentando l’officina (forgia) dove suo papà Giuseppe e i suoi zii lavorano il ferro battuto in tutte le sue forme. Da lì inizia la sua passione per tutte le forme di arte.
Inizia ad acquisire i segreti del mestiere e continua con precisione impeccabile ad inventare con arte e maestria, oltre ogni immaginazione, qualsiasi strumento utile ad agevolare il suo lavoro e specialmente quello degli altri.
Con la trasformazione del mercato e delle esigenze dei clienti, alla lavorazione del ferro battuto affianca la riparazione delle automobili. Nel 1945, per perfezionarsi, si trasferisce a Tropea e assieme ai sui cugini approfondisce la tecnica di autoriparatore. Rimane lì per tre anni e oltre alla principale attività di autoriparatore si iscrive e segue per corrispondenza un corso per radiotecnico.
Tornato a Molochio inizia ad applicare le tecniche acquisite come autoriparatore e contemporaneamente conclude gli studi di radiotecnico. Con il passare degli anni abbandona l’attività di autoriparatore e si dedica principalmente all’attività di radiotecnico, attività che lo accompagnerà fino alla pensione.
Negli anni, pur lavorando come radiotecnico, non abbandonerà mai la passione per lavorazione del ferro che, unita allo studio della tecnologia e dei circuiti elettrici, gli permetterà di creare svariati strumenti utili a semplificare la vita di tutti i giorni nonché strumenti da utilizzare nel tempo libero.
Per i giochi fanciulleschi in quel tempo si usavano per lo più strumenti artigianali creati per trascorrere il tempo libero in compagnia e spensieratezza. Riesce attraverso un tornio creato dal padre e poi da lui perfezionato a riprodurre il cosiddetto “Piroci”, un antico strumento di gioco in uso in Grecia e nella Roma imperiale.
A quei tempi per aprire le bottiglie esistevano svariarti strumenti atti allo scopo. Ma volendo migliorare l’usabilità crea uno stampo che gli permette di realizzare un apribottiglie con la doppia funzione di apertura e chiusura tappi.
Fervente cattolico praticante costruisce un modello di aereo che durante la processione del Corpus Domini serviva ad erogare dei fiori al passaggio del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.
Agli inizi degli anni sessanta, ravvisata la necessità dei proprietari terrieri dell’approvvigionamento dell’acqua per l’irrigazione dei campi, provvede a costruire un motore “Ad ariete” che, posizionato nel punto di convogliamento dell’acqua, riesce a trasportare la stessa ad un’altezza anche di 100 mt e tutto senza l’ausilio dell’elettricità. Ancora oggi, dopo più di sessant’anni, in alcune campagne del luogo l’acqua viene trasportata grazie al motore “Ad ariete” che è ancora perfettamente funzionante.
Nelle varie creazioni viene anche annoverato un orologio a pendolo, dove la spinta e la regolarità dell'oscillazione (isocronismo) veniva data all’elettrocalamita da un pezzo di rame e di zinco immessi nell’acqua che, producendo corrente, permettevano al pendolo di far scandire il tempo.
Sempre grazie alla lavorazione del ferro, unita anche alla conoscenza della termoidraulica, progetta e costruisce un termocamino a legna (Calderina) che a tutt’oggi viene utilizzato per il riscaldamento delle abitazioni.
Con dedizione e impegno lavora anche ad un progetto molto ambizioso, crea una ruota con calamite che una volta perfezionata avrebbe, attraverso il regime del moto perpetuo, generato energia elettrica. Purtroppo, la mancanza di fondi necessari al perfezionamento della ruota e il sopraggiungere dell’età avanzata, hanno fatto sì che il progetto arrivasse ad un punto morto.
Inventa anche tanti altri piccoli oggetti con lo scopo di facilitare e rendere più agevoli delle operazioni, che altrimenti sarebbero risultate più complicate da compiere.
Fino alla fine degli anni ottanta cura la manutenzione dell’antico orologio a pendolo posizionato sulla torre del Comune di Molochio. Per garantire sempre il perfetto funzionamento sì occupa della ricarica giornaliera e della ricostruzione dei meccanismi usurati o mal funzionanti.
Cultore della nutrizione, da giovane è stato per quasi trent’anni vegetariano ed ancora oggi segue in modo quasi maniacale un’alimentazione dettata dai suoi innumerevoli studi sulla materia.
Data la sua longevità è stato protagonista, assieme ad altri centenari di Molochio, di un servizio della trasmissione di Rai 1 “Porta a Porta” che trattava gli studi sulla longevità effettuati dal Prof. Valter Longo dell’University of Southern California di Los Angeles.
Ha trovato nell’arte lo scopo della propria esistenza e la sua vita è stata e continua ad essere una scoperta, una voglia irrefrenabile di conoscenza.
Si definisce curioso e proprio questa sua curiosità lo porta a trascorrere le sue intere giornate, ormai da pensionato, leggendo svariati libri e soprattutto riviste di divulgazione scientifica.
Afferma con veemenza che chi accumula libri accumula desideri e chi ha molti desideri è molto giovane, anche a novant’anni.
Sin da piccolo alterna studio e lavoro frequentando l’officina (forgia) dove suo papà Giuseppe e i suoi zii lavorano il ferro battuto in tutte le sue forme. Da lì inizia la sua passione per tutte le forme di arte.
Inizia ad acquisire i segreti del mestiere e continua con precisione impeccabile ad inventare con arte e maestria, oltre ogni immaginazione, qualsiasi strumento utile ad agevolare il suo lavoro e specialmente quello degli altri.
Con la trasformazione del mercato e delle esigenze dei clienti, alla lavorazione del ferro battuto affianca la riparazione delle automobili. Nel 1945, per perfezionarsi, si trasferisce a Tropea e assieme ai sui cugini approfondisce la tecnica di autoriparatore. Rimane lì per tre anni e oltre alla principale attività di autoriparatore si iscrive e segue per corrispondenza un corso per radiotecnico.
Tornato a Molochio inizia ad applicare le tecniche acquisite come autoriparatore e contemporaneamente conclude gli studi di radiotecnico. Con il passare degli anni abbandona l’attività di autoriparatore e si dedica principalmente all’attività di radiotecnico, attività che lo accompagnerà fino alla pensione.
Negli anni, pur lavorando come radiotecnico, non abbandonerà mai la passione per lavorazione del ferro che, unita allo studio della tecnologia e dei circuiti elettrici, gli permetterà di creare svariati strumenti utili a semplificare la vita di tutti i giorni nonché strumenti da utilizzare nel tempo libero.
Per i giochi fanciulleschi in quel tempo si usavano per lo più strumenti artigianali creati per trascorrere il tempo libero in compagnia e spensieratezza. Riesce attraverso un tornio creato dal padre e poi da lui perfezionato a riprodurre il cosiddetto “Piroci”, un antico strumento di gioco in uso in Grecia e nella Roma imperiale.
A quei tempi per aprire le bottiglie esistevano svariarti strumenti atti allo scopo. Ma volendo migliorare l’usabilità crea uno stampo che gli permette di realizzare un apribottiglie con la doppia funzione di apertura e chiusura tappi.
Fervente cattolico praticante costruisce un modello di aereo che durante la processione del Corpus Domini serviva ad erogare dei fiori al passaggio del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo.
Agli inizi degli anni sessanta, ravvisata la necessità dei proprietari terrieri dell’approvvigionamento dell’acqua per l’irrigazione dei campi, provvede a costruire un motore “Ad ariete” che, posizionato nel punto di convogliamento dell’acqua, riesce a trasportare la stessa ad un’altezza anche di 100 mt e tutto senza l’ausilio dell’elettricità. Ancora oggi, dopo più di sessant’anni, in alcune campagne del luogo l’acqua viene trasportata grazie al motore “Ad ariete” che è ancora perfettamente funzionante.
Nelle varie creazioni viene anche annoverato un orologio a pendolo, dove la spinta e la regolarità dell'oscillazione (isocronismo) veniva data all’elettrocalamita da un pezzo di rame e di zinco immessi nell’acqua che, producendo corrente, permettevano al pendolo di far scandire il tempo.
Sempre grazie alla lavorazione del ferro, unita anche alla conoscenza della termoidraulica, progetta e costruisce un termocamino a legna (Calderina) che a tutt’oggi viene utilizzato per il riscaldamento delle abitazioni.
Con dedizione e impegno lavora anche ad un progetto molto ambizioso, crea una ruota con calamite che una volta perfezionata avrebbe, attraverso il regime del moto perpetuo, generato energia elettrica. Purtroppo, la mancanza di fondi necessari al perfezionamento della ruota e il sopraggiungere dell’età avanzata, hanno fatto sì che il progetto arrivasse ad un punto morto.
Inventa anche tanti altri piccoli oggetti con lo scopo di facilitare e rendere più agevoli delle operazioni, che altrimenti sarebbero risultate più complicate da compiere.
Fino alla fine degli anni ottanta cura la manutenzione dell’antico orologio a pendolo posizionato sulla torre del Comune di Molochio. Per garantire sempre il perfetto funzionamento sì occupa della ricarica giornaliera e della ricostruzione dei meccanismi usurati o mal funzionanti.
Cultore della nutrizione, da giovane è stato per quasi trent’anni vegetariano ed ancora oggi segue in modo quasi maniacale un’alimentazione dettata dai suoi innumerevoli studi sulla materia.
Data la sua longevità è stato protagonista, assieme ad altri centenari di Molochio, di un servizio della trasmissione di Rai 1 “Porta a Porta” che trattava gli studi sulla longevità effettuati dal Prof. Valter Longo dell’University of Southern California di Los Angeles.
Ha trovato nell’arte lo scopo della propria esistenza e la sua vita è stata e continua ad essere una scoperta, una voglia irrefrenabile di conoscenza.
Si definisce curioso e proprio questa sua curiosità lo porta a trascorrere le sue intere giornate, ormai da pensionato, leggendo svariati libri e soprattutto riviste di divulgazione scientifica.
Afferma con veemenza che chi accumula libri accumula desideri e chi ha molti desideri è molto giovane, anche a novant’anni.